siria, una guerra dimenticata
15 marzo 2011, per la Siria niente sarà più uguale a prima: inizia una drammatica guerra che, dopo 11 anni, è ancora in corso.
Si sono spenti i riflettori ma milioni di bambini ancora oggi nascono e crescono con i segni della guerra addosso e l’unica casa che conoscono sono i campi sfollati o rifugiati. Oggi che la guerra in Ucraina riporta di fronte ai nostri occhi gli orrori della guerra, non dimentichiamo tutti quei bambini che, come i siriani, nel mondo fuggono a causa dei conflitti.
Non lasciamoli soli.
Mariangela Pira, al fianco dei bambini siriani

“Tornare a visitare i progetti di Terre des Hommes sul campo, toccare con mano il loro lavoro in un contesto così complesso come la Siria è un’esperienza molto forte e arricchente.
Ormai sono tanti anni che conosco Terre des Hommes.
Ogni volta mi stupisco della passione, della puntualità, dell’accuratezza con cui i cooperanti con cui entravo in contatto agivano all’estero. Il beneficiario per loro è sempre al primo posto, attentissimi a come si esprimono, a come si comportano e sempre entusiasti nel proprio lavoro”
Aiuta i bambini siriani in fuga dalla guerra
Alcuni dei risultati del 2021
- 8 scuole danneggiate dai bombardamenti sono in ristrutturazione così da avere più spazio per le attività didattiche, bagni rinnovati e accessibili anche da bambini con disabilità causate dalla guerra.
- Oltre 26500 persone, tra bambini e personale scolastico, stanno partecipando a sessioni formative sull’educazione inclusiva e stanno ricevendo supporto psicologico.
- Abbiamo aperto dei centri per la riabilitazione e la fisioterapia cui possono accedere bambini e adulti, uno a Damasco e uno ad Aleppo
- Per coloro che non possono muoversi da casa, organizziamo team mobili che visitano a domicilio e forniscono ausili e protesi per migliorare la mobilità
- Stiamo portando avanti corsi di formazione professionale per rientrare nel mondo del lavoro e contribuire al reddito familiare. I corsi sono aperti anche alle donne che, a causa della condizione dei familiari, sono le uniche a poter lavorare, ma che non hanno una forma[1]zione pregressa
- Nel campo profughi di Areesha e nelle città di Qamishli, Izra, Az-Zabdani e Madaya combattiamo la malnutrizione acuta dei neonati e dei bambini attraverso l’avvio di una rete di ambulatori dedicati, fornendo integratori nutrizionali e assistendo le mamme per favorire una corretta alimentazione e l’allattamento al seno
- In 4 campi rifugiati nel governatorato di Erbil, in Iraq, gli assistenti sociali hanno aiutato circa 2000 bambini che hanno vissuto situazioni come, per esempio, sfruttamento lavorativo, abusi, violenza domestica, matrimoni precoci. 100 bambini con disabilità sono stati aiutati nel loro percorso di riabilitazione e inserimento sociale
- nei campi rifugiati nel Kurdistan Iracheno abbiamo fornito supporto psicologico e sociale a circa 4.500 bambine e bambini iracheni in situazione di vulnerabilità
oltre 6.000 bambini hanno partecipato a percorsi di educazione informale, sono bambini che altrimenti non andrebbero a scuola perché nei campi non è presente, o non hanno i documenti d’identità o non la possono seguire perché l’hanno abbandonata da molto tempo - Abbiamo gestito, con il supporto di fondi provenienti dal governo polacco, due centri medici che forniscono cure mediche e dentistiche di base.

Mustafa
Mustafa quando aveva 8 mesi ha dovuto fuggire da Raqqa con la famiglia durante i bombardamenti che dovevano liberare la città dai gruppi armati di ISIS. Durante quell’inferno un’esplosione ha bruciato parte della sua casa, dove in quel momento stava il fratellino. La famiglia è stata subito evacuata nel Kurdistan Iracheno, vicino Erbil, e al bambino ustionato sono state prestate delle cure, ma non c’era più nulla da fare.
Questo episodio ha causato un profondo trauma in Mustafa, che era presente al momento del rogo e ha visto tutto. Il bimbo si è chiuso in sé stesso, isolandosi da tutti, ed esprimeva il suo disagio con pianti inarrestabili durante i quali si martoriava le mani. Ogni tentativo della madre per farlo calmare era inutile. Di notte gli incubi non lo lasciavano riposare. Ha cominciato a rifiutare gran parte dei cibi, in particolare la carne, e a giocare ossessivamente con il telefonino. Dopo aver provato di tutto la madre si è rivolta agli operatori di Terre des Hommes per essere aiutata.
Dopo aver studiato il caso di Mustafa si è stabilito un percorso di sessioni psicosociali per aiutarlo a elaborare il trauma e ad interagire di più con gli altri. A poco a poco il bimbo ha superato la sua timidezza e anche in questo periodo complicato dalla pandemia da Covid-19 è stato seguito regolarmente dagli operatori, continuando a fare progressi.
Speriamo che presto la situazione migliori e che Mustafa possa iniziare la scuola e fare amicizia con i compagni, vivendo un po’ più spensieratamente la sua infanzia!

Farah
Quando Farah è arrivata con il suo bambino al nostro centro di Rural Damascus per chiederci aiuto erano visibilmente malnutriti. Anche se aveva solo 20 anni sembrava più adulta, con uno sguardo molto triste e un fisico provato dalle ristrettezze economiche nelle quali aveva trascorso metà della sua vita a causa della guerra.
Non ci siamo meravigliati quando, dalla misurazione della circonferenza del braccio, è risultato che era in uno stato di malnutrizione acuta moderata. L’esame al figlio di 10 mesi, ha dato un risultato analogo. Urgeva un intervento immediato perché il suo sviluppo non risentisse di questo stato: li abbiamo subito inviati a un centro di salute materno-infantile dove hanno ricevuto le cure e gli integratori nutrizionali necessari senza alcun pagamento, grazie a un accordo stilato con Terre des Hommes.
Contemporaneamente l’abbiamo invitata a seguire una serie di incontri per donne che allattano da noi organizzato con i volontari della SARC, la Croce Rossa siriana. Settimana dopo settimana abbiamo visto come il suo viso cambiava d’espressione, come le nuove conoscenze sulla salute e l’alimentazione la facessero sentire una madre più consapevole delle proprie esigenze e di quelle del bambino. Nel giro di qualche mese la misurazione del braccio evidenziava i progressi fatti, facendo rientrare entrambi in una condizione di normalità.
Adesso Farah sa dove si può rivolgere in caso di qualsiasi problema, i nostri operatori rimangono a loro disposizione.

Dunya
Dunya ha 16 anni e la guerra le ha improvvisamente stravolto la vita. Se prima la sua famiglia viveva in condizioni piuttosto agiate, ora hanno perso tutto e sono dovuti fuggire nel Kurdistan Iracheno.
Il padre di Dunya a causa di questo shock ha avuto gravi problemi di salute e non ha più potuto lavorare, a stento riescono a procurarsi qualcosa da mangiare. Dunya ha dovuto abbandonare la scuola e ha sofferto tantissimo questa situazione che l’ha fatta sentire inadeguata rispetto ai suoi coetanei portandola a chiudersi sempre di più.
Durante questo periodo di depressione attraverso i social media è entrata in contatto con alcuni gruppi armati siriani che le hanno proposto di unirsi a loro. Quando la famiglia l’ha scoperto le hanno proibito di usare il telefono e di uscire di casa da sola. Come reazione, Dunya è scappata di casa e ha minacciato di buttarsi da un traliccio elettrico.
Le autorità locali hanno chiamato gli operatori di Terre des Hommes che sono riusciti a convincere Dunya a tornare a casa. Da allora è cominciato un lento percorso di supporto psicologico, Dunya ha ricominciato la scuola e ha iniziato anche a dipingere, trovando in questa forma artistica la possibilità di raccontare le sue emozioni.

Aiuta i bambini siriani in fuga dalla guerra.